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I 160 anni della Croce Rossa Italiana, auguri a tutti Noi

Inizia oggi la campagna celebrativa per l’importante anniversario che la Croce Rossa festeggia in questo 2024, i suoi 160 anni di vita e quindi di attività. E’ giusto in questa occasione ricordare che Il Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa è la più grande organizzazione umanitaria del mondo con i suoi 115 milioni di volontari e le 192 società nazionali che vi aderiscono. In Italia conta più di 160.000 volontari e 675 comitati territoriali. Un vero universo votato al soccorso e al benessere altrui. 

Quale migliore occasione per ritornare con la memoria alle origini della sua storia celebrando nuovamente l’uomo che ha ‘educato’ il mondo al soccorso, Jean Henry Dunant, ginevrino, nato nel maggio del 1828. La storia racconta di un uomo educato al rispetto dei più deboli e a conoscere povertà e malattie, avviato alla carriera bancaria. Proprio in seguito a questa sua attività si trovò in Algeria per sviluppare attività commerciali con l’Europa. Per poter raggiungere i suoi obbiettivi si trovò nella necessità, nell’estate 1859, di prendere contatto con Napoleone III°, in quel tempo impegnato nella ‘campagna d’Italia”. Fu proprio in questa occasione che raggiunse il nostro Paese e si trovò, suo malgrado (ma fu quello l’inizio di tutto), nelle vicinanze di Castiglione delle Stiviere dove si stava combattendo la seconda guerra d’indipendenza italiana. Si trattava della battaglia di Solferino e San Martino, era il 24 giugno di quell’anno. L’esperienza che si trovò a vivere Dunant cambiò per sempre la sua vita. Intorno a lui, a terra oltre 40mila soldati e altrettanti feriti, mutilati o moribondi lasciati al loro destino senza che alcuno prestasse loro soccorso o dimostrasse interesse.  Fu proprio lui, Henry Dunant ad organizzare i primi soccorsi sostenuto dal parroco di Castiglione Don Lorenzo Barzizza che aprì le porte della Chiesa trasformandola in un ambulatorio d’emergenza.

Quello fu il primo seme, da allora niente fu più lo stesso. Al ritorno nella sua Ginevra condivise ciò che aveva visto e vissuto e scrisse un diario in cui raccontò tutta la tragedia umana che si era consumata in piccola parte anche davanti ai suoi occhi. Il Libro “Un ricordo di Solferino” (1862) fu inviato ai Governi europei e di lì a poco divenne un argomento di discussione.

Fu solo dopo alcuni anni che Jean Henry Dunant riuscì a concretizzare la sua idea di soccorso in un’opera di assistenza, che solo in seguito si chiamò Croce Rossa. Il simbolo arrivò nel 1863, quando i delegati del Comitato Internazionale di Soccorso ai militari feriti – il futuro Comitato Internazionale della Croce Rossa – scelsero, in omaggio alla Svizzera, una croce rossa su fondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera della Confederazione elvetica.

Tante le sfide affrontate per arrivare al 22 Agosto 1864 quando fu convocata a Ginevra la prima Conferenza internazionale di Diritto Internazionale Umanitario, il DIU, che stabiliva le prime regole giuridiche sullo status dei combattenti. Fu allora che il vero sogno di Dunant si concretizzò, quello cioè di poter contare su un’associazione di soccorso umanitario indipendente e neutrale, dando vita ai 7 Principi fondamentali su cui tutt’ora si basa la nostra attività: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità, Universalità.

Una filosofia di vita che chiunque la abbracci, può trasferirla alla propria quotidianità e non solo nel momento in cui indossa la divisa. 

Quanti anni sono passati da allora…. 160, appunto! Oggi l’impegno umanitario della Croce Rossa può dirsi strettamente legato e correlato ai propri territori con competenza, apprezzato e richiesto ovunque. Una preparazione, quella di volontari e dipendenti, sempre più performante che offre a chi opera maggiori soddisfazioni di riuscita e ai pazienti o in genere alle persone soccorse o sostenute o supportate, sempre maggiori garanzie. 

Senza dimenticare, come detto sopra, che a far vivere la nostra associazione ci sono valori di vita importanti che ci permettono di creare valore ovunque ci si attivi. Una responsabilità, certo. Ma solo vivendo da dentro la nostra Croce Rossa, attivandoci ogni giorno sulla strada, nelle case delle persone che chiedono il nostro intervento, nei territori disastrati da eventi naturali, da guerre, da epidemie o, peggio ancora, pandemie (come il Covid ci ha insegnato, ad esempio) si riesce a capire il valore non solo sanitario del nostro operato, ma fortemente anche quello umano. 

Quest’anno, speciale sarà il tradizionale evento che da sempre, l’ultimo sabato di giugno, riesce a richiamare migliaia di Volontari da tutto il mondo in quello che è stato il cuore di quella prima battaglia a cui assistette Dunant, Solferino. Clou l’affascinante fiaccolata che copre la distanza tra Solferino e Castiglione delle Stiviere teatro della sanguinosa battaglia. 11 km, quelli che nel lontano 1859, era percorsa per portare via i feriti dal fronte. E’ sempre emozionante vedere questo lungo percorso illuminato da centinaia di fiaccole e partecipare alla camminata accanto ad altrettanti volontari della Croce Rossa Italiana e dell’intero Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. 

Quest’anno nella cornice del 160esimo anniversario della nascita della nostra Associazione, saranno tre i giorni di festeggiamenti in cui la Croce Rossa Italiana sarà onorata nell’accogliere in Piazza Castello, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che condividerà con noi questa splendida occasione di festa.

Ufficio StampaPatrizia Santini

patrizia.santini@emiliaromagna.cri.it

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